Dettagli
Dove nasce l'Arno. Anello da Chaleta burrata. Monte Falco, Monte Falterona, Capo d'Arno
Distanza
13.2 km
Tempo in movimento
3.40
Difficoltà tecnica
E Medio
Altitudine massima
1700 m
Altitudine minima
1400 m
Dislivello positivo
610 m
Dislivello negativo
580 m
Tipo di percorso
Anello
Fontane
si
Punti di ristoro
si
Raccolta
?
Esporta
Maggiori dettagli

Il tetto delle Foreste Casentinesi: i monti Falco e Falterona.

Si trova nel cuore delle Foreste Casentinesi e fa parte del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. La sua vetta è attraversata dal confine tra la provincia di Firenze e quella di Arezzo; il vicino Monte Falco, la cui vetta si trova sullo spartiacque appenninico, segna invece il confine tra la provincia di Firenze, quella di Arezzo e quella di Forlì-Cesena al confine tra Toscana ed Emilia-Romagna.

La montagna, di struttura arenacea, è ricoperta di faggi e dai suoi fianchi sgorga la fonte del fiume Arno, il fiume di Firenze e Pisa.

Capo d’Arno

Sorgente dell’Arno
Nel versante meridionale facente parte del territorio comunale di Pratovecchio Stia, a quota 1 358 metri, si trova una sorgente (detta Capo d’Arno), considerata l’origine del fiume omonimo nonché maggior corso d’acqua toscano.

Segnala il luogo preciso una lapide con scritti i celebri versi danteschi:

«Ed io: per mezza Toscana si spazia
un fiumicel che nasce in Falterona
e cento miglia di corso nol sazia»

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Purgatorio, Canto XIV)
Il lago degli Idoli
Più ad est si trova un piccolo specchio d’acqua denominato lago degli Idoli: il lago è stato ripristinato recentemente, in quanto fino a poco tempo fa era completamente scomparso.

Il lago degli Idoli
Si tratta di un rilevante sito archeologico dove sono state rinvenute numerose statuette prevalentemente di origine etrusca, ma anche greco-ellenistica e romana. Una gran parte di queste rappresenta parti anatomiche umane, le quali vanno annoverate nella categoria degli ex voto, ma anche statuette raffiguranti animali, a simboleggiare sacrifici: tutto questo dà una connotazione fortemente sacrale al luogo.

Nella primavera del 1838 in seguito ad un fortunoso ritrovamento di una statuetta bronzea da parte di una mandriana nei pressi di questo lago, si costituì a Stia una società formata da un gruppo di amatori locali che intraprese una campagna di scavo: l’eccezionale quantità di reperti emersi negli anni 1838-1839 portarono in breve al prosciugamento del lago stesso per facilitare le escavazioni. Come già detto, infatti, il lago è tornato a nuova vita solamente da pochi anni.